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Custodi del Borgo – L’equilibrio di una comunità viva

Custodi del Borgo – L’equilibrio di una comunità viva

Custodi del Borgo – L’equilibrio di una comunità viva

Matteo Scaramella e l’arte di far convivere chi abita e chi attraversa Castello di Postignano

C’è un momento, a Castello di Postignano, in cui gli sguardi tra chi ha le chiavi di casa e chi ha appena posato lo zaino si incrociano. Non serve molto altro: una scala percorsa insieme, una chiacchierata nel salotto comune, una sedia spostata per far posto a un concerto.

È con questi gesti quotidiani che prende forma l’idea di comunità immaginata da Matteo Scaramella, architetto e co-autore del progetto di recupero del borgo umbro a poche decine di chilometri da Perugia. Non nei grandi progetti, ma nella qualità della presenza. Una visione che ha un obiettivo chiaro: far ri-vivere un borgo.

Abitare, non trasformare

Castello di Postignano non è nato per accogliere turisti. E non è stato adattato a farlo. Gli spazi sono rimasti quelli di sempre. Le scale, i dislivelli, le salite e discese fanno parte del carattere del borgo.

Anche la fatica, qui, è parte dell’identità.

“È faticoso, certo. Ma è anche una scelta identitaria”, dice Scaramella.

Non ci sono scorciatoie funzionali, né ascensori in ogni angolo. Le imperfezioni, a Postignano, non si eliminano, si lasciano dove sono. Perché raccontano, come un gradino consumato, un tavolino traballante, un segno del tempo su un muro antico sono il racconto di una storia abitata.

Una comunità che si intreccia

Ma un borgo non vive di sole mura. Serve riempirlo di vita vera, fatta di relazioni, abitudini, presenze che si intrecciano. Per questo Scaramella ha immaginato gli abitanti di Castello di Postignano come una comunità ibrida, in cui creare una simbiosi quotidiana tra chi vive nel borgo e chi ci resta solo per un po’. Una coabitazione spontanea, fatta di presenze e ritorni, più che di ospitalità impersonale.

È nato così il salotto comune, uno spazio dove chi soggiorna può sedersi accanto a chi ha scelto di restare. Un luogo per leggere, conversare o, semplicemente, condividere il tempo. Nelle parole di Scaramella:

“Così, anche chi viene per pochi giorni percepisce che il borgo ha una vita interna. Non è una scenografia.”

L’ambizione è che l’esperienza a Castello di Postignano non sia di consumo, ma di partecipazione. Una quotidianità condivisa, anche solo per pochi giorni.

Cultura che abita i luoghi

La stessa filosofia anima anche la proposta culturale a Castello di Postignano. Qui non c’è folklore o semplici rievocazioni. C’è Bach, c’è Jazz, ci sono parole che contano ed eventi che lasciano il segno. Ogni concerto, ogni presentazione, ogni incontro nasce da una programmazione curata, trasversale, mai occasionale. L’obiettivo non è intrattenere, ma dare continuità a un pensiero. Ed è così che la chiesa medievale, le pietre, il borgo intero, acquistano una forza che va oltre l’evento.

La cultura, a Postignano, approfondisce, unisce, fa crescere. E nel farlo, diventa parte dell’identità del borgo, proprio come le sue pietre.

Empatia come mestiere

A Castello di Postignano anche l’accoglienza segue la stessa logica: niente copione, nessuna standardizzazione. Lo staff è formato per essere gentile, preciso, ma soprattutto empatico. Perché saper accogliere significa capire chi si ha davanti e adattare il proprio ritmo a quello dell’altro.

“C’è chi vuole ascoltare la storia del borgo e chi, magari, è in fuga romantica e non vuole troppe parole. Serve intuito, capacità relazionale. Lo ripeto sempre: si può imparare. È una delle cose su cui investiamo di più.”

È così che l’accoglienza diventa una relazione vera.

Un progetto in divenire

Oggi, Castello di Postignano è ancora in trasformazione. Ogni scelta è una prova; ogni stagione una verifica. L’obiettivo non è la perfezione, ma una coerenza viva e sostenibile, tra architetture e persone. Il sogno è quello di una comunità forte, di uno staff stabile, di un luogo che non perda la propria voce anche mentre cambia. A Castello di Postignano si viene e si vive per intrecciarsi: con chi vive, con chi passa, con chi torna. Perché ci sono luoghi che chiedono di essere abitati, insieme.

Vieni a scoprire Castello di Postignano.

Prenota il tuo soggiorno  e lasciati accogliere da un luogo che va vissuto, non attraversato fugacemente. Entra a far parte di una comunità fatta di incontri reali, gesti lenti e relazioni autentiche.

Matteo Scaramella e l’arte di far convivere chi abita e chi attraversa Castello di Postignano

C’è un momento, a Castello di Postignano, in cui gli sguardi tra chi ha le chiavi di casa e chi ha appena posato lo zaino si incrociano. Non serve molto altro: una scala percorsa insieme, una chiacchierata nel salotto comune, una sedia spostata per far posto a un concerto.

È con questi gesti quotidiani che prende forma l’idea di comunità immaginata da Matteo Scaramella, architetto e co-autore del progetto di recupero del borgo umbro a poche decine di chilometri da Perugia. Non nei grandi progetti, ma nella qualità della presenza. Una visione che ha un obiettivo chiaro: far ri-vivere un borgo.

Abitare, non trasformare

Castello di Postignano non è nato per accogliere turisti. E non è stato adattato a farlo. Gli spazi sono rimasti quelli di sempre. Le scale, i dislivelli, le salite e discese fanno parte del carattere del borgo.

Anche la fatica, qui, è parte dell’identità.

“È faticoso, certo. Ma è anche una scelta identitaria”, dice Scaramella.

Non ci sono scorciatoie funzionali, né ascensori in ogni angolo. Le imperfezioni, a Postignano, non si eliminano, si lasciano dove sono. Perché raccontano, come un gradino consumato, un tavolino traballante, un segno del tempo su un muro antico sono il racconto di una storia abitata.

Una comunità che si intreccia

Ma un borgo non vive di sole mura. Serve riempirlo di vita vera, fatta di relazioni, abitudini, presenze che si intrecciano. Per questo Scaramella ha immaginato gli abitanti di Castello di Postignano come una comunità ibrida, in cui creare una simbiosi quotidiana tra chi vive nel borgo e chi ci resta solo per un po’. Una coabitazione spontanea, fatta di presenze e ritorni, più che di ospitalità impersonale.

È nato così il salotto comune, uno spazio dove chi soggiorna può sedersi accanto a chi ha scelto di restare. Un luogo per leggere, conversare o, semplicemente, condividere il tempo. Nelle parole di Scaramella:

“Così, anche chi viene per pochi giorni percepisce che il borgo ha una vita interna. Non è una scenografia.”

L’ambizione è che l’esperienza a Castello di Postignano non sia di consumo, ma di partecipazione. Una quotidianità condivisa, anche solo per pochi giorni.

Cultura che abita i luoghi

La stessa filosofia anima anche la proposta culturale a Castello di Postignano. Qui non c’è folklore o semplici rievocazioni. C’è Bach, c’è Jazz, ci sono parole che contano ed eventi che lasciano il segno. Ogni concerto, ogni presentazione, ogni incontro nasce da una programmazione curata, trasversale, mai occasionale. L’obiettivo non è intrattenere, ma dare continuità a un pensiero. Ed è così che la chiesa medievale, le pietre, il borgo intero, acquistano una forza che va oltre l’evento.

La cultura, a Postignano, approfondisce, unisce, fa crescere. E nel farlo, diventa parte dell’identità del borgo, proprio come le sue pietre.

Empatia come mestiere

A Castello di Postignano anche l’accoglienza segue la stessa logica: niente copione, nessuna standardizzazione. Lo staff è formato per essere gentile, preciso, ma soprattutto empatico. Perché saper accogliere significa capire chi si ha davanti e adattare il proprio ritmo a quello dell’altro.

“C’è chi vuole ascoltare la storia del borgo e chi, magari, è in fuga romantica e non vuole troppe parole. Serve intuito, capacità relazionale. Lo ripeto sempre: si può imparare. È una delle cose su cui investiamo di più.”

È così che l’accoglienza diventa una relazione vera.

Un progetto in divenire

Oggi, Castello di Postignano è ancora in trasformazione. Ogni scelta è una prova; ogni stagione una verifica. L’obiettivo non è la perfezione, ma una coerenza viva e sostenibile, tra architetture e persone. Il sogno è quello di una comunità forte, di uno staff stabile, di un luogo che non perda la propria voce anche mentre cambia. A Castello di Postignano si viene e si vive per intrecciarsi: con chi vive, con chi passa, con chi torna. Perché ci sono luoghi che chiedono di essere abitati, insieme.

Vieni a scoprire Castello di Postignano.

Prenota il tuo soggiorno  e lasciati accogliere da un luogo che va vissuto, non attraversato fugacemente. Entra a far parte di una comunità fatta di incontri reali, gesti lenti e relazioni autentiche.

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