Una storia di rigenerazione lunga trent’anni, il racconto dell’architetto Monica Rispoli
Inizia con Monica Rispoli il primo capitolo di una rubrica dedicata ai custodi del borgo: architetti, artigiani, progettisti, abitanti e visionari che hanno restituito vita, forma e anima a Castello di Postignano.
Architetto e progettista, Monica Rispoli è anche la responsabile della lunga e complessa opera di ricostruzione del borgo. Vent’anni fa, quando era ancora agli inizi del suo percorso professionale, ricevette dall’architetto Gennaro Matacena una proposta tanto ambiziosa quanto rara per una giovane professionista: affiancarlo in un progetto restituire autenticità e bellezza a un luogo carico di memoria, nel cuore dell’Umbria.
Nel suo racconto, si intrecciano visione progettuale, dedizione quotidiana e profondo rispetto per lo spirito del luogo. Perché questo luogo è stato forgiato dalla visione dell’architetto Matacena supportato dalla matita, precisa e millimetrica di Monica Rispoli che ha progettato su carta, gradino dopo gradino, le scale che si arroccano fino in cima e, da cui, si può ammirare oggi la bellezza della Valnerina e di Sellano (PG) a pochi chilometri da Castello di Postignano.
Salite con noi. Qui si fa esperienza del silenzio. Della pace che la natura offre per chi cerca un tempio di pace e riposo.
Castello di Postignano, un luogo storico, ma capace di guardare al futuro
A Castello di Postignano la persona è da sempre stata al centro del progetto di restauro. L’autenticità, preservata e conservata con tenacia - affrontando gli aspetti più complessi e burocratici della ricostruzione e le difficoltà dovute ai terremoti e agli eventi naturali avversi che hanno colpito Castello di Postignano - ha come obiettivo quello di rendere lo spazio armonico, coerente, agile e agevole al movimento.
L’incedere dei passi, l’apertura delle porte, i corrimano per le scale coniugano le esigenze stilistiche e di fedeltà alla storia del luogo, con quelle di chi vive nel borgo.
L’ascensore, nuovo e appena entrato in funzione, - tecnologia necessaria
per garantire l’accesso alle persone con difficoltà motorie o disabilità - , è una struttura moderna che dialoga per cromatismi, proporzioni e scelta dei materiali con l’architettura circostante. Ed è questo, per Monica Rispoli, il simbolo della ricostruzione rispettosa del luogo e tecnologicamente avanzata, necessaria per adeguarsi ai tempi.
“È un segno del tempo, di questo tempo. Perché anche noi abbiamo contribuito a ridare vita a questo luogo ed è giusto che ci sia una testimonianza del nostro passaggio”.
La tecnologia come ponte tra passato e presente
L'aver infrastrutturato in maniera tecnologica questo borgo è stato fondamentale. "Gli impianti di riscaldamento a pavimento sono dappertutto, c’è la fibra ottica che serve tutto il borgo e copre un raggio di alcuni chilometri", racconta Monica Rispoli. 
Castello di Postignano ha compiuto questa scelta pioneristica, quando nel resto dell'Italia la diffusione della banda larga non era ancora iniziata.
"È un borgo medievale, ma assolutamente antesignano", afferma con orgoglio l'architetto. 
Per ogni sfida pratica, è stata trovata una soluzione che rispetta le necessità moderne e l'anima storica del luogo.
La sfida della ricostruzione post-sisma
Castello di Postignano ha dovuto affrontare i terremoti del 1997 e del 2016, che hanno riscritto più volte il destino del borgo: "Dopo il terremoto del 1997 - racconta Monica Rispoli - il progetto precedente non era assolutamente utilizzabile perché le normative antisismiche erano completamente cambiate". Non si trattava di un progetto obsoleto, ma inadeguato rispetto ai nuovi parametri di sicurezza.
La sfida è stata complessa: "Il punto centrale tra la valle e il monte del borgo, lo abbiamo tagliato per inserire i giunti sismici orizzontali per ogni piano e verticali per tutta l'altezza. 
Un intervento invisibile all'occhio esterno ma fondamentale per la sicurezza della comunità abitante.”
Un'operazione culturale prima che edile
Dopo il terremoto del 2016, c'è stata una svolta con il rilancio dell'Umbria e delle regioni colpite dall’evento sismico: "Nel progetto originario, avevamo previsto la creazione di appartamenti, ma poi le esigenze sono cambiate e abbiamo deciso di immaginare per Castello di Postignano la configurazione dell'albergo diffuso".
Oggi il borgo ha una duplice identità: residenza privata e struttura ricettiva.
Perché Castello di Postignano è ancora oggi soprattutto un'operazione di riqualificazione del territorio che coinvolge superfici molto più ampie del semplice borgo. Non è solo il vincolo della sovrintendenza che ha guidato il lavoro, ma una volontà precisa della proprietà: "L'obiettivo della ristrutturazione è culturale”.
Castello di Postignano vuol dire rigenerazione
Com'è la modernità per un borgo medievale come Castello di Postignano? 
"La modernità, per noi è tecnologica", risponde Monica. "Il borgo è moderno nel momento in cui è dotato di tutte le infrastrutture che lo rendono vivibile quotidianamente ed è connesso al mondo".
Si tratta di un delicato quanto complesso equilibrio che rende Castello di Postignano un modello di rigenerazione. Consentire di vivere la modernità dei tempi, preservando "con i suoi silenzi, con i suoi spazi accolti, con la sua abbondanza di zone circondate dal verde" ciò che ci protegge "dalla routine, dai rumori del caos cittadino", conclude Monica Rispoli.
A Castello di Postignano, tra le pietre antiche rivitalizzate con sapienza e rispetto, il legame tra passato e futuro rappresenta la vera essenza della sostenibilità: conservare e far vivere; restaurare e reinventare con rispetto.
Una lezione che va ben oltre l'architettura per sposare la filosofia dell'abitare contemporaneo.
Visita Castello di Postignano e fai esperienza di autenticità. Prenota il tuo soggiorno e partecipa ai nostri eventi
Una storia di rigenerazione lunga trent’anni, il racconto dell’architetto Monica Rispoli
Inizia con Monica Rispoli il primo capitolo di una rubrica dedicata ai custodi del borgo: architetti, artigiani, progettisti, abitanti e visionari che hanno restituito vita, forma e anima a Castello di Postignano.
Architetto e progettista, Monica Rispoli è anche la responsabile della lunga e complessa opera di ricostruzione del borgo. Vent’anni fa, quando era ancora agli inizi del suo percorso professionale, ricevette dall’architetto Gennaro Matacena una proposta tanto ambiziosa quanto rara per una giovane professionista: affiancarlo in un progetto restituire autenticità e bellezza a un luogo carico di memoria, nel cuore dell’Umbria.
Nel suo racconto, si intrecciano visione progettuale, dedizione quotidiana e profondo rispetto per lo spirito del luogo. Perché questo luogo è stato forgiato dalla visione dell’architetto Matacena supportato dalla matita, precisa e millimetrica di Monica Rispoli che ha progettato su carta, gradino dopo gradino, le scale che si arroccano fino in cima e, da cui, si può ammirare oggi la bellezza della Valnerina e di Sellano (PG) a pochi chilometri da Castello di Postignano.
Salite con noi. Qui si fa esperienza del silenzio. Della pace che la natura offre per chi cerca un tempio di pace e riposo.
Castello di Postignano, un luogo storico, ma capace di guardare al futuro
A Castello di Postignano la persona è da sempre stata al centro del progetto di restauro. L’autenticità, preservata e conservata con tenacia - affrontando gli aspetti più complessi e burocratici della ricostruzione e le difficoltà dovute ai terremoti e agli eventi naturali avversi che hanno colpito Castello di Postignano - ha come obiettivo quello di rendere lo spazio armonico, coerente, agile e agevole al movimento.
L’incedere dei passi, l’apertura delle porte, i corrimano per le scale coniugano le esigenze stilistiche e di fedeltà alla storia del luogo, con quelle di chi vive nel borgo.
L’ascensore, nuovo e appena entrato in funzione, - tecnologia necessaria
per garantire l’accesso alle persone con difficoltà motorie o disabilità - , è una struttura moderna che dialoga per cromatismi, proporzioni e scelta dei materiali con l’architettura circostante. Ed è questo, per Monica Rispoli, il simbolo della ricostruzione rispettosa del luogo e tecnologicamente avanzata, necessaria per adeguarsi ai tempi.
“È un segno del tempo, di questo tempo. Perché anche noi abbiamo contribuito a ridare vita a questo luogo ed è giusto che ci sia una testimonianza del nostro passaggio”.
La tecnologia come ponte tra passato e presente
L'aver infrastrutturato in maniera tecnologica questo borgo è stato fondamentale. "Gli impianti di riscaldamento a pavimento sono dappertutto, c’è la fibra ottica che serve tutto il borgo e copre un raggio di alcuni chilometri", racconta Monica Rispoli. 
Castello di Postignano ha compiuto questa scelta pioneristica, quando nel resto dell'Italia la diffusione della banda larga non era ancora iniziata.
"È un borgo medievale, ma assolutamente antesignano", afferma con orgoglio l'architetto. 
Per ogni sfida pratica, è stata trovata una soluzione che rispetta le necessità moderne e l'anima storica del luogo.
La sfida della ricostruzione post-sisma
Castello di Postignano ha dovuto affrontare i terremoti del 1997 e del 2016, che hanno riscritto più volte il destino del borgo: "Dopo il terremoto del 1997 - racconta Monica Rispoli - il progetto precedente non era assolutamente utilizzabile perché le normative antisismiche erano completamente cambiate". Non si trattava di un progetto obsoleto, ma inadeguato rispetto ai nuovi parametri di sicurezza.
La sfida è stata complessa: "Il punto centrale tra la valle e il monte del borgo, lo abbiamo tagliato per inserire i giunti sismici orizzontali per ogni piano e verticali per tutta l'altezza. 
Un intervento invisibile all'occhio esterno ma fondamentale per la sicurezza della comunità abitante.”
Un'operazione culturale prima che edile
Dopo il terremoto del 2016, c'è stata una svolta con il rilancio dell'Umbria e delle regioni colpite dall’evento sismico: "Nel progetto originario, avevamo previsto la creazione di appartamenti, ma poi le esigenze sono cambiate e abbiamo deciso di immaginare per Castello di Postignano la configurazione dell'albergo diffuso".
Oggi il borgo ha una duplice identità: residenza privata e struttura ricettiva.
Perché Castello di Postignano è ancora oggi soprattutto un'operazione di riqualificazione del territorio che coinvolge superfici molto più ampie del semplice borgo. Non è solo il vincolo della sovrintendenza che ha guidato il lavoro, ma una volontà precisa della proprietà: "L'obiettivo della ristrutturazione è culturale”.
Castello di Postignano vuol dire rigenerazione
Com'è la modernità per un borgo medievale come Castello di Postignano? 
"La modernità, per noi è tecnologica", risponde Monica. "Il borgo è moderno nel momento in cui è dotato di tutte le infrastrutture che lo rendono vivibile quotidianamente ed è connesso al mondo".
Si tratta di un delicato quanto complesso equilibrio che rende Castello di Postignano un modello di rigenerazione. Consentire di vivere la modernità dei tempi, preservando "con i suoi silenzi, con i suoi spazi accolti, con la sua abbondanza di zone circondate dal verde" ciò che ci protegge "dalla routine, dai rumori del caos cittadino", conclude Monica Rispoli.
A Castello di Postignano, tra le pietre antiche rivitalizzate con sapienza e rispetto, il legame tra passato e futuro rappresenta la vera essenza della sostenibilità: conservare e far vivere; restaurare e reinventare con rispetto.
Una lezione che va ben oltre l'architettura per sposare la filosofia dell'abitare contemporaneo.
Visita Castello di Postignano e fai esperienza di autenticità. Prenota il tuo soggiorno e partecipa ai nostri eventi